Cose per cui vale la pena vivere secondo Woody Allen

Cose per cui vale la pena vivere secondo Woody Allen

Cose per cui vale la pena vivere secondo Woody Allen

Il famoso regista e comico Woody Allen dice la sua su una importante questione

Cose per cui vale la pena vivere secondo Woody Allen. Manhattan, 1979, Woody Allen, Diane Keaton
Una scena di Manhattan che ha come protagonisti Woody Allen e Diane Keaton
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Cose per cui vale la pena vivere? La classica domanda esistenziale che si sono fatte tante persone più o meno famose nel corso della storia è risolta a modo suo dal regista Woody Allen nel bellissimo film Manhattan. Quali sono per lui le cose per cui vale la pena vivere? Ve le elenco in un breve estratto della pellicola:

Idea per un racconto sulla gente a Manhattan, che si crea costantemente dei problemi veramente inutili e nevrotici perché questo le impedisce di occuparsi dei più insolubili e terrificanti problemi universali. Ah, ehm… Deve essere ottimistico. Perché vale la pena di vivere? È un’ottima domanda. Be’, ci sono certe cose per cui valga la pena di vivere. Ehm… Per esempio… Ehm… Per me… boh, io direi… il vecchio Groucho Marx per dirne una e… Joe DiMaggio e… secondo movimento della sinfonia Jupiter e… Louis Armstrong, l’incisione di Potato Head Blues e… i film svedesi naturalmente… L’educazione sentimentale di FlaubertMarlon Brando, Frank Sinatra… quelle incredibili… mele e pere dipinte da Cézannei granchi da Sam Wo… il viso di Tracy

Isaac

Cose per cui vale la pena vivere secondo Woody Allen, estratto di Manhattan in lingua originale

An idea for a short story about um people in Manhattan who uh are constantly creating these real, uh, unnecessary, neurotic problems for themselves ‘cause it keeps them from dealing with more unsolvable, terrifying problems about, uh, the universe. Um, tsch-it’s, uh . . . well, it has to be optimistic. Well, alright, why is life worth living? That’s a very good question. Um. Well, there are certain things I-I guess that make it worthwhile. Uh, like what? Okay. Um, for me . . . uh, ooh, I would say . . . what, Groucho Marx, to name one thing . . . uh, ummmm, and Willie Mays and um, the second movement of the Jupiter Symphony, and ummmm… Louie Armstrong‘s recording of “Potato Head Blues” . . . umm, Swedish movies, naturally . . . Sentimental Education by Flaubert . . . uh, Marlon Brando, Frank Sinatra . . . ummm, those incredible apples and pears by Cézanne . . . uh, the crabs at Sam Wo’s . . . uh, Tracy’s face.

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L.M.

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.